Giovanni Trottola
Giovanni Trottola, vispo bimbetto,
aveva in tutto un sol difetto:
credea d'esser buffo, ma non lo era
faceva boccacce da mane a sera
e se si trovava fra cento persone
di tutte quante volea l'attenzione.
Al circo un giorno disse a un pagliaccio:
«Levati, guardami, vedrai che faccio,
voglio far ridere anch'io la gente
è cosa facile, cosa da niente».
E detto fatto fece una smorfia
poi un saltino, un'altra smorfia,
sporse la lingua fin sotto al mento
fece un inchino tutto contento.
Ma seccatissimi gli spettatori
già si avviavano per uscir fuori.
Povero Gianni, confuso assai
ora capiva d'esser nei guai.
Ma l'elefante impietosito
afferrò il bimbo con un barrito:
lo sollevò! lo sbatacchiò!
sulla sua sedia lo collocò.
Scrosciò un applauso e una risata
alla bellissima improvvisata.
Gianni rossissimo per la figura
sempre fu memore dell'avventura
e poi da allora assai fu lieto
in mezzo agli altri di stare quieto.