Il ruscello
C'era una volta un giovane ruscello
color di perla, che alla vecchia valle
tra molti giunchi e pratoline gialle, correva snello;
e c'era un bimbo che gli tendea le mani
dicendo: "A che cotesto foco?
Posa un po' qui: si gioca un caro gioco se tu rimani.
Se tu rimani, o movi adagio i passi,
un lago nasce e nell'argento fresco
della bell'acqua io, con le mani, pesco gemme di sassi.
Fermati dunque, non fuggir così!
L'uccello che cinguetta ora sul ramo
ancor cinguetterà, se noi giochiamo taciti qui".
Sorrise il ruscello e tremò commosso
al cenno delle amiche mani tese;
e con tono di voce cortese disse: "Non posso!
Vorrei: non posso! il cuor mi vola: ho fretta.
A mezzo il piano, a giorni di cammino,
la rapida ruota del mulino c'è che mi aspetta;
e c'è l'allegra e attenta massaia
che risciaquar la nuova tela deve
e stenderla, sì che al sole neve candida appaia;
e il gregge c'è, che a sera porge il muso,
avido a bere di quest'acqua chiara,
e gode s'io lo sazio, e poi ripara contento al chiuso.
Lasciami dunque" terminò il ruscello
"correre dove il mio dover mi vuole".
E giù nel piano, luccicando al sole, disparve snello.