Resto solo e conto i passi, calo il cappello sugli occhi bassi;
cammino e aspetto che il vento e la pioggia passi,
scarpe sporche sollevano schizzi e sassi, mi chiedo che pensi e come la su te la passi.
Queste gocce che mi sfioran sembran lacrime, cadon giù, riflessi blu sopra l’Adige;
pozze che rifletton la mia immagine stanca e un ticchettio che fa da beat per il tuono che adesso canta.
Calze bagnate ad ogni splash, mentre un lampo fa flash, scatto click, foto nuove per Zesh;
mentre gli alberi si muovono e si piegano e le foglie sono navi impazzite che dopo annegano.
Il cielo è scuro ma a me piace e piange sopra vinti e vincitori che sperano nella pace;
occhi persi come M e sogni stropicciati del colore delle stelle.
RIT.
Scendi su di me e dopo voli via
Portami con te voglio andare via
Ogni goccia cade giù come un nuovo seme
Quel che è stato è stato, e mò il passato se lo tiene….
È come Gene Kelly “Singin in the rain”,
faccia bagnata senza ombrello né k-way:
se la senti cade giù e ti purifica, pazza sensazione magnifica.
Lavami così e perdona i miei peccati, fa che tutti gli incubi siano cancellati:
ti sento sulle mani che scorri, lasci scie come vene,
dicendomi all’orecchio che adesso va tutto bene.
E c’è chi scappa io ti aspetto a braccia aperte, sciogli il grigio poi porta da bere al verde:
strade deserte, sotto un bel porticato c’è un cane che mi osserva passare tutto inzuppato.
E poi mi fissa fermo li e non si muove, chissà da dove vieni e qual è il tuo nome…?
Sembri saperlo anche tu come, a volte qua si vince a volte si perde e a volte piove….