Canto l’uomo che è morto
Non il Dio che è risorto
Canto l’uomo infangato
Non il Dio che è lavato.
Canto l’uomo impazzito
Non il Dio rinsavito
Canto l’uomo ficcato
Dentro il chiodo ed il legno.
L’uomo che è tutta una croce
L’uomo senza più voce
L’uomo intirizzito
L’uomo nudo, straziato
L’uomo seppellito.
Canto la rabbia e l’amore
Dell’uomo che è stato vinto
Canto l’uomo respinto
Non l’uomo vincitore.
Canto l’uomo perduto
L’uomo che chiede aiuto
L’uomo che guarda
Nell’acqua del fiume.
Dove l’acqua conduce
l’uomo che accende una luce
o quello che trova la voce.
Canto l’uomo che è morto
non il Dio che è risorto.
Canto l’uomo salvato
non l’uomo sacrificato.
Canto l’uomo risorto.
Non il Dio che è li’ morto.
Canto l’uomo che è solo
Come una freccia
Nel suolo.
L’uomo che vuole lottare
E che non vuole morire.
Canto Andrea del vento
Ragazzo di Crotone
Che si fa avanti e racconta
La sua vita di cafone.
Anch’io sono partito
Piangevo alla stazione
E poi là nella neve
Dove si poteva sperare.
Non c’era l’onda del mare
Là sono arrivato
Anch’io mi sono fermato.
Canto l’uomo che ascolto
Con la voce distesa sul prato
Canto chi vuole tornare
Non chi vuole fuggire.
Canto Andrea che dice :
« Quella era la mia terra,
Adesso la prendo e la mangio»