Era giugno e faceva un gran caldo
Almirante affamato sbuffava
A Bologna di mangiare sperava
E al suo autista ordinò di frenar
Fermo al Motta di Cantagallo
Per pranzare e per fare benzina
Ma il gran caldo di quella mattina
Per un pezzo dovrà ricordar
Con i suo bravi sedette era stanco
Poi si alzò per andare nel bagno
Ma lo vide un barista compagno
E la lotta improvvisa scattò
E la lotta improvvisa scattò.
È Almirante si sparge la voce
È arrivato con i suoi camerati
Essi aspettan di essere serviti
Oggi in bianco dovranno restar
Basta un cenno e tutti i compagni
Dal self service ai distributori
Per i fascisti e i fucilatori
Gli gridavan qui posto non c'è
Marzabotto è ancor troppo vicina
Faccia presto ad alzare le suole
Nelle fogne può dir ciò che vuole
Ma a Bologna non deve parlar.
Ma a Bologna non deve parlar.
Fu così che schiumante di rabbia
Se ne andò la squadraccia missina
Pancia vuota e senza benzina
Cantagallo dovette lascià
Era giugno e sull'autostrada
Ma che caldo che caldo faceva
Almirante affamato spingeva
Nelle fogne a piedi tornò
Ed adesso come naturale
Il Carlino offeso si lagna
“Poc da fèr mo’ què a Bulagna
pr’i fasesta an’gn’è gnanc
un panein."