Dai fusti grigi
Della foresta di cemento
Salgono le urla sconnesse
Dei riti degli ultimi pazzi mutanti
Due occhi di rana
Continuano a fissarmi ironici
Dietro di loro l'infinito
Non possono che ridere
Delle nostre disperazioni
Una calma irreale che sale dentro
Ci svegliamo tenendoci ancora le mani
Questi giorni pazzi passano uno dietro l'altro
Forse un giorno resterà qualcosa
Dei nostri affanni.
Forse allora saremo nel corpo della rana
Senza chiederci più il senso
Del giusto e dell'errore